La mente e il paradigma neuropsicoanalitico (recensione di Francesca PICCINNO)

Emanuele Dell’Atti, La mente e il paradigma neuropsicoanalitico. Studio su Mark Solms.
Editrice Clinamen, Firenze 2021, pp. 74, € 15,80

Tra i più ardui e coinvolgenti interrogativi della conoscenza umana c’è senz’altro il “problema della mente”. Su tale questione è incentrato il lavoro di Emanuele Dell’Atti, psicologo, dottore di ricerca in Studi linguistici e docente di Filosofia nei licei, intitolato La mente e il paradigma neuropsicoanalitico. Studio su Mark Solms, che si presenta come una inedita sintesi critica del lavoro del neuropsicologo e psicoanalista sudafricano.

A partire dal secolo scorso, il cosiddetto body-mind problem è stato affrontato con approcci differenti dalle neuroscienze e dalla psicoanalisi. Tali approcci, secondo Solms, dovrebbero essere rivisti e integrati: le neuroscienze, infatti, studiando la mente come “oggetto”, potranno comprendere sempre meglio i meccanismi neurali ma, da sole, non riusciranno ad accedere al territorio della soggettività, cruciale anche sul lato clinico; viceversa, la psicoanalisi, che studia la mente come “soggetto”, senza il supporto delle neuroscienze rischia di diventare sempre più autoreferenziale e slegata dalle evidenze empiriche, inibendo sviluppi futuri. Come sintetizza l’autore del volume, parafrasando un celebre monito kantiano, infatti, le neuroscienze senza la psicoanalisi sono ‘cieche’, ma la psicoanalisi senza le neuroscienze è ‘vuota’ (p. 10). L’obiettivo del paradigma neuropsicoanalitico, pertanto, è quello di rendere la neuropsicoanalisi un “ponte” tra le due dimensioni di indagine del mentale, quella neuroscientifica e quella filosofico/psicoanalitica, anche alla luce dei più recenti sviluppi delle neuroscienze affettive, che studiano in maniera integrata il rapporto cognizioni/emozioni.

Il volume, edito dall’Editrice Clinamen di Firenze nella collana “Philosophia” diretta da Fabio Bazzani, sebbene abbia uno scopo spiccatamente introduttivo e si presenti come un’agile sintesi del modello proposto da Solms, ha un lessico specifico molto dettagliato, unendo, in questo modo, il rigore scientifico alle esigenze di chiarezza e fruibilità. Un punto di forza del testo, infatti, è la suddivisione ordinata dello stesso, con un’introduzione che offre una panoramica del dibattito filosofico sul mentale, tre capitoli che indagano, rispettivamente, le radici della neuropsicoanalisi, i fondamenti del paradigma neuropsicoanalitico e il problema della coscienza secondo il modello neuropsicoanalitico, e una conclusione in cui si tirano le somme di quanto esposto e si prospettano ulteriori progressi.

Il volume segue un percorso tematico ben tracciato e delineato dall’autore, che in questo modo funge da guida per una migliore comprensione del modello proposto da Solms. Si parte dalle radici storiche della neuropsicoanalisi, evidenziando i contributi apportati nella direzione di un approccio neuroscientifico al mentale dal fondatore stesso della psicoanalisi, Sigmund Freud (cap. 1); si passa poi ad analizzare i fondamenti filosofici (kantiani) ed empirici della neuropsicoanalisi, esaminando gli sviluppi della neurodiagnostica nel corso del Novecento (cap. 2); si giunge, infine, a una descrizione del problema della coscienza, prima nel contesto della psicoanalisi classica e poi nel modello di Solms, il quale propone un superamento della tradizionale teoria “corticocentrica”, individuando come sede della coscienza il tronco encefalico e le aree sottocorticali (cap.3).

Un ulteriore aspetto che rende il volume particolarmente interessante è l’esposizione di due casi clinici riguardanti il trattamento neuropsicoanalitico di due pazienti “neurologici”, il primo affetto dall’afasia di Broca e il secondo dalla sindrome di Korsakoff. In questo passaggio risulta evidente come il modello neuropsicoanalitico, operando flessibilmente le opportune modificazioni di setting, consista nell’applicare con profitto lo schema della psicoterapia psicoanalitica – tipicamente rivolta alle nevrosi – anche a quei pazienti che presentano deficit più o meno gravi causati da vere e proprie lesioni cerebrali, respingendo, così, qualsiasi forma di riduzionismo fisico della malattia mentale.

Il volume, inoltre, presenta numerosi riferimenti diretti alle opere di Mark Solms e un’estesa bibliografia, così da contribuire alla divulgazione in Italia di un paradigma di ricerca dalle importanti ricadute filosofiche, epistemologiche e cliniche.

29 Agosto 2022

Francesca Piccinno

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