EMDR di gruppo. Insieme verso il BenEssere (recensione di Elisa FARETTA)

IL GRUPPO COME RISORSA
Giada Maslovaric (a cura di): EMDR di gruppo. Insieme verso il BenEssere. ApertaMenteWeb Roma 2020, pp. , Euro 40.00
di Elisa Faretta

Uno dei grandi sviluppi dell’applicazione della terapia EMDR è stato il protocollo di gruppo.

“EMDR di gruppo Insieme verso il BenEssere”, curato da Giada Maslovaric ,illustra e descrive, in maniera competente e scientifica, le innumerevoli applicazioni e possibilità del protocollo EMDR di gruppo in vari contesti, in ambiti emergenziali e psicoterapeutici. In Italia, il lavoro maturato con il protocollo EMDR di gruppo è stato in continua espansione e sviluppo, grazie agli interventi nel campo dell’emergenza, organizzati e coordinati dall’Associazione EMDR Italia.

Il manuale riporta tantissime di queste esperienze sia in ambito emergenziale, sia clinico, sia in setting differenti e per popolazioni specifiche che sono puntualmente corredate da modalità operative che rendono il testo unico nel suo genere.

Attraverso un lavoro prezioso, Giada Maslovaric ha via via concretizzato l’idea di rendere fruibile  tutta l’esperienza maturata in anni di interventi, in questo manuale operativo, pratico/scientifico, in cui vengono riportate, attraverso la collaborazione di  innumerevoli colleghi e coautori per i diversi capitoli, le diverse applicazioni di questo meraviglioso strumento.

Per questo motivo, il manuale ci fornisce le più attuali strategie in ambito emergenziale e le maggiori e innovative modalità terapeutiche dell’EMDR che sono state declinate e riorganizzate con grande creatività per essere utilizzate in gruppo.

Ciò permette, ai colleghi interessati ad approfondire questo ambito, di apprendere le modalità di applicazione dell’EMDR in gruppo, e al contempo di ripercorrere la storia dell’Associazione EMDR Italia in tutti questi anni  (che ha offerto il suo patrocinio al libro) e di cui Giada Maslovaric è stata una delle protagoniste più importanti, per il suo entusiasmo e per la capacità di coinvolgimento di così tanti colleghi nelle imprese umanitarie che sono state via via intraprese.

Nel manuale, si colgono di Giada Maslovaric, oltre alle sue doti didattiche che derivano dal suo operare   da moltissimi anni nel campo clinico individuale, anche il suo impegno costante, la sensibilità e il continuo lavoro svolto nel campo dell’ emergenza e nel trattamento delle vittime e nella cura degli operatori sanitari che sono direttamente coinvolti sul campo e a  loro  volta  diventando vittime di traumatizzazione.

Dal momento che ho avuto tra le mani il suo volume ho compreso e constatato, attraverso l’indice del manuale, la mole di lavoro e di cooperazione con tantissimi colleghi che hanno, grazie alla sua guida, fornito il proprio contributo attraverso le  esperienze di trattamento specifiche su popolazioni speciali e setting particolari.  Si evince il grande lavoro  tecnico e specialistico svolto insieme a tutti i colleghi coautori dei capitoli  allo scopo di alleviare le tantissime persone colpite da calamità e da traumi a vari livelli.

In questo manuale prezioso si evidenzia come il protocollo di gruppo con EMDR sia diventato nel tempo uno strumento di intervento, grazie a moltissime ricerche, evidence based, e abbia potuto costituire una diffusione capillare dell’intervento EMDR in gruppo in Italia e all’estero.

Il lavoro di gruppo è stato introdotto nell’approccio EMDR da diversi anni e nello specifico, grazie ad alcuni autori, come Jarero et al. (1999) che iniziarono ad adattare il protocollo individuale al lavoro di gruppo nel 1997, quando, di fronte ad una grave emergenza dopo l’uragano Pauline che coinvolse milioni di persone in Messico, arrivarono all’ideazione dell’EMDR-Integrative Group Treatment Protocol (EMDR-IGTP) come intervento psicologico sui bambini traumatizzati da quel disastro ambientale. Pochi anni dopo che i terapeuti avevano iniziato ad applicare l’EMDR nella propria pratica clinica, nacque l’intuizione che l’EMDR si potesse fare non soltanto individualmente, ma che potesse trovare applicazione anche in contesti gruppali che avessero come caratteristica un’omogeneità, in quanto vittime di uno stesso evento critico, o con persone che – pur partendo da storie di vita diverse – avessero in comune uno stesso  quadro clinico (pazienti oncologici, con disturbi alimentari, con disturbo di panico ecc.).

Da quella esperienza, il protocollo è stato utilizzato in condizioni di disastri di massa in molti Paesi del mondo, sia con minori sia con adulti, sia nel format originale, sia con protocollo adattato a seconda dei contesti e delle circostanze specifiche (Hoffmann, Becker e Marshall 2000; Korkmazlar-Oral e Pamuk 2002; Fernandez et al. 2004; Gelbach e Davis 2007; Wilson et al. 2008). L’incontro con l’EMDR di gruppo ha aperto nuove prospettive di cura, estendendone e talvolta addirittura potenziandone i benefici già noti nella terapia individuale.

Facendo scorrere le pagine del manuale si intuiscono e osservano i punti di forza e le innumerevoli risorse che l’EMDR di gruppo porta in sé e che rende questo strumento valido ed efficace.

Infatti il gruppo favorisce lo sviluppo di relazioni, la nascita di legami identificativi, la creazione di una cultura comune ma, poiché il gruppo è contemporaneamente un intero e un contenitore, le sue possibilità curative, riabilitative e trasformative vanno ben oltre il superamento del senso di alienazione, dell’isolamento e della possibilità di condividere il proprio disagio con altre persone.

A prescindere da quale sia l’orientamento teorico di base di ciascun clinico, questo testo è fondamentale, perché ci aiuta a comprendere le potenzialità e i fattori terapeutici che sono validi per ogni approccio gruppale e dunque anche nell’approccio EMDR di gruppo.

Fin dai primi capitoli ,Giada Maslovaric ci fa ripercorrere la storia e gli sviluppi dell’EMDR di gruppo, aggiungendo in questo libro la sua vastissima esperienza con gruppi di natura diversa e ci aiuta a comprendere come il lavoro con l’EMDR di gruppo, in casi diversi, consenta di elaborare i ricordi traumatici, non solo permettendo di coinvolgere un numero maggiore di persone, ottimizzando i tempi ma anche di implementare la resilienza, il senso di appartenenza, permettendo così l’integrazione attraverso momenti di condivisone in gruppo.

Come sottolinea Isabel Fernandez, nella prefazione al manuale …….“questi processi realizzati in gruppo hanno un valore aggiunto, perché spesso i vissuti traumatici fanno sentire le persone sole, vulnerabili e difettose. L’elaborazione di gruppo permette una normalizzazione delle emozioni, delle immagini, delle sensazioni nel momento stesso un cui l’individuo si sente, finalmente, parte di un tutto e di una comunità, riducendo la vergogna post-traumatica e il senso di inadeguatezza soggettivo”.

In aggiunta a quanto ben sottolineato da Isabel Fernandez, il lavoro di gruppo consente di trattare contemporaneamente un maggior numero di persone, con conseguente contenimento di costi e di risorse. Più nello specifico, l’applicazione del protocollo EMDR di gruppo facilita la normalizzazione delle emozioni trauma-correlate, dal momento che i pazienti trattati possono vedere che le proprie reazioni a fronte di un trauma condiviso sono simili a quelle degli altri membri del gruppo. Inoltre, i pazienti trattati con EMDR di gruppo non sono tenuti a verbalizzare e a condividere informazioni riguardanti il trauma, sentendosi quindi meno esposti. Il trattamento con EMDR-IGTP mira a facilitare la gestione e l’elaborazione del materiale traumatico presente dopo l’evento, offrendo inoltre supporto e trattando il maggior numero di persone all’interno di un medesimo contesto.
Il trattamento è rivolto a gruppi di persone omogenee (ad esempio per età, per evento traumatico vissuto) o gruppi pre-esistenti all’evento (per esempio una classe scolastica) e  vengono poi presentate le diverse declinazioni e specifiche del protocollo illustrate con esempi di esperienza sul campo.

Per queste ragioni,  le diverse esperienze presentate da ben 49 autori che hanno coadiuvato Maslovaric nella realizzazione del  testo  da lei curato, ci del protocollo EMDR di gruppo aiutano a comprendere le diverse declinazioni , ad es quando si lavora su un sintomo o un disturbo specifico, come il panico, è fondamentale stabilire precisi criteri di inclusione (per tipologia del disturbo, per tempistiche legate all’esordio del sintomo) e di esclusione (ad esempio, comorbilità con altri disturbi, presenza di disturbi psichici acuti, presenza di dipendenze da sostanze in gruppi in cui non si tratti direttamente il problema di dipendenza) dei partecipanti per rendere il gruppo il più omogeneo possibile. Inoltre, è importante che il numero dei partecipanti non sia troppo elevato (5-12 persone) e, in caso di gruppi numerosi è particolarmente indicata la presenza di due terapeuti, un conduttore ed un co-conduttore, per poter gestire al meglio le dinamiche di gruppo e per poter individuare eventuali soggetti in difficoltà che richiedano un maggiore sostegno individuale di psicoterapia secondo il modello EMDR, come lavorare nelle scuole e con i bambini ed adolescenti, in carcere, per i disturbi alimentari, oncologiche. Altri esempi ancora raccontano dell’applicazione di EMDR-IGTP al di fuori dell’ambito emergenziale, portando l’esperienza di gruppi omogenei di persone come i caregiver di pazienti con diagnosi specifiche. Oltre a questo lavoro, è importante sottolineare lo sforzo che è stato fatto, e che è evidente in ogni pagina del libro, di misurare, raccogliere dati e trarre conclusioni che possono essere un valido contributo di ricerca e che forniscano linee guida per l’utilizzo dell’EMDR in gruppo.

Una grande applicazione che viene descritta, è quella di utilizzare l’EMDR con tutto il gruppo famiglia, questo rappresenta uno degli sviluppi più innovativi non solo della terapia EMDR, ma anche degli interventi terapeutici con le famiglie.

Riportare tutti gli autori rischierebbe di presentare una lunga lista che potrebbe far perdere il vero valore di tutte quelle esperienze che ognuno di loro ha messo a disposizione, rendendolo uno strumento prezioso e irrinunciabile tra gli strumenti di ogni psicoterapeuta e operatore della salute fisica e psicologica.

Come sottolinea l’autrice “L’Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR) ha migliorato, integrato e talvolta cambiato la pratica clinica di moltissimi psicoterapeuti. Accompagnare e stimolare l’autoguarigione delle persone con profonde ferite emotive è un compito delicato e complesso e, personalmente, molto nutriente. L’EMDR mi ha insegnato da terapeuta a non aver paura dei traumi psicologici, nessun dolore è per sempre se si intraprende una buona strada di aiuto.

Negli anni Maslovaric ha condotto gruppi di EMDR in diversi contesti, come ad esempio nel post-terremoto, in carcere, nelle scuole a seguito di un infanticidio, in grandi aziende per installare le risorse. In questi anni moltissimi psicoterapeuti EMDR hanno contribuito in Italia a declinare al meglio il protocollo di gruppo nei diversi contesti dettati dalle diverse specializzazioni (disturbi alimentari, caregiver di bambini con spettro autistico, oncologia, ecc.). Per la stesura del libro abbiamo lavorato in team a più mani perché “il gruppo è più della somma delle parti”, e grazie al contributo dei migliori specialisti nel proprio ambito specifico, questo manuale riesce a sfiorare moltissime applicazioni e declinazioni del protocollo.

Come sono organizzati tutto questo sapere e queste esperienze in un  manuale così ricco ed esaustivo?

Il libro è diviso in parti per orientare al meglio i lettori in questo viaggio “Insieme verso il BenEssere”.

Nella prima parte, vengono descritte le fondamenta del protocollo di gruppo, seguendo le 8 fasi che contraddistinguono il protocollo EMDR standard. Ogni fase è arricchita da riflessioni che possano meglio orientare il clinico che vuole intraprendere percorsi di EMDR di gruppo con i propri pazienti. Per facilitare il lavoro clinico sono inserite schede/esempio che riportano le parole che normalmente utilizziamo nella conduzione dei gruppi nelle diverse fasi, nonché alcuni esercizi di stabilizzazione potenzialmente utili in alcuni contesti di forte traumatizzazione e sintomi peritraumatici o dissociativi importanti.

La seconda parte è dedicata alle declinazioni dell’applicazione dell’EMDR di gruppo nelle diverse fasce d’età. Si parte dalle modifiche e dalle semplificazioni nell’applicazione del protocollo nei “piccolissimi” di età prescolare, per procedere fino agli adolescenti. Ogni capitolo è dedicato a una fascia d’età, con la descrizione di interventi “sul campo” post-catastrofe o in lutti traumatici nelle scuole.

Nella terza parte si approfondiscono le possibilità di utilizzare l’EMDR all’interno del “gruppo famiglia” su traumi specifici che possono coinvolgere – e sconvolgere – l’intero equilibrio familiare. La possibilità di intervenire con più membri della famiglia può consolidare meglio il risultato dell’elaborazione dell’evento traumatico e rafforzare i legami familiari e la resilienza della fratria, della coppia matrimoniale o dell’intera famiglia. Vengono inoltre presentate le applicazioni del protocollo con i caregiver di alcune tipologie di pazienti: genitori di figli con autismo o disabilità, partner o figli di pazienti con Alzheimer, genitori di bambini con craniostenosi.

La quarta parte ci riporta alla nascita stessa del protocollo EMDR di gruppo: i contesti emergenziali. Laddove c’è un gap importante tra numero di terapeuti disponibili e persone ferite da un evento traumatico collettivo, l’applicazione in gruppo si manifesta in ogni sua potenzialità. E così si susseguono i contributi degli autori che in Italia meglio rappresentano l’eccellenza dei supporti umanitari dell’Associazione EMDR in diversi contesti: partendo dal “supportare chi supporta” ovvero l’applicazione dell’EMDR per sciogliere la traumatizzazione vicaria dei first responder (medici, infermieri, forze di polizia, ecc.); il ruolo dell’EMDR nella pandemia Covid-19 all’interno di un complesso intervento multilivello dell’ASST di Lecco; l’elaborazione delle macerie emotive nelle scuole con bambini e ragazzi a seguito del devastante sisma del 2016 del Centro Italia e infine la preziosità di un approccio bottom-up come l’EMDR con migranti e minori non accompagnati in Italia e a Gaziantep (Turchia).

Infine, la quinta parte porta il lettore a esplorare alcune delle potenzialmente infinite possibilità di applicazione dell’EMDR di gruppo in contesti specifici e con gruppi omogenei di pazienti. Anche in questa sezione del libro si alternano i contributi dei massimi esperti in Italia che hanno accompagnato verso il BenEssere gruppi di pazienti oncologici, carcerati, colleghi di un suicida, pazienti con attacchi di panico, persone obese nella motivazione alla dieta e pazienti con dipendenze patologiche.

Come sottolineato dall’autrice, le cui parole mi piace ricordare qui, “Questo libro racchiude la forza di ogni gruppo di persone che ho accompagnato verso il BenEssere attraverso l’abbraccio della farfalla. Non solo. Il lavoro corale che emerge dal contributo di tanti psicoterapeut* ancora una volta rappresenta la resilienza di comunità che può emergere da una colleganza cooperativa che rema insieme esplorando nuovi sentieri verso il benessere.”

E a proposito dell’importanza e della forza del gruppo, la frase di John Miur  spesso da Maslovaric citata “Non c’è un solo frammento isolato in tutta la natura, ogni frammento fa parte di un’unità armoniosa”.

Grazie a Giada Maslovaric, quindi, perché ci conduce mediante il suo manuale in un percorso contraddistinto e ricco di testimonianze e di progetti realizzati da tantissimi colleghi che ci fanno toccare con mano le enormi potenzialità di uno strumento che sarà sicuramente sempre più ampiamente sviluppato e utilizzato negli anni futuri.

Elisa Faretta
Psicologa, Psicoterapeuta, Supervisore e Co-Trainer della Associazione EMDR Italia

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