“Il dover rimanere a casa” è diventato sempre più faticoso per tutti noi costretti a fare i conti con la necessità di doversi riorganizzare e trovare una nuova routine per tutto il nucleo familiare, a volte in spazi ristretti. I genitori continuano a lavorare e i figli proseguono con la scuola, in varie modalità, confidando sempre meno in un a data certa di ritorno alla normalità. Il prolungarsi della situazione aumenta le paure, le preoccupazioni e le ansie perché, a quelle relative alla malattia, si aggiungono quelle rispetto al lavoro e quindi alla sicurezza familiare. Emozioni che tutti gli adulti stanno sperimentando e, vista la stretta convivenza con i figli, provano a dissimulare o nascondere: questo aumenta lo stress, la tensione e la ricerca di una via di fuga che non c’è.
Riconoscere ed accogliere le proprie emozioni ed i propri stati d’animo senza giudicarli è di fondamentale importanza in questo momento, in primo luogo per gli adulti che devono potersi prendere cura di se stessi (parlandone con il partner, con un amico fidato o chiedendo aiuto a uno psicoterapeuta) per potersi occupare, in modo funzionale, dei propri figli. I bambini non solo avvertono tutte le nostre preoccupazioni ed ansie ma stanno vivendo come noi un momento complesso, di difficile gestione, passando dalla sensazione di essere in vacanza al doversi riadattare a una nuova routine, arrivando fino a oggi in cui la mancanza dei nonni, dei cugini, degli amici, delle maestre e del loro sport comincia a farsi sentire sempre di più. A tutto questo si aggiunge il flusso di informazioni sempre più allarmanti che arriva in ogni casa e, a seconda della loro età, non sempre comprensibile se non aiutati a tradurle in un linguaggio più adatto a loro.
Sin dai primi giorni o con il prolungarsi del permanere a casa i genitori possono aver notato questi comportamenti nei loro figli: maggiore richiesta di vicinanza, malumori, maggiore irritabilità, disinteresse per attività prima piacevoli, maggiore calma, scoppi di rabbia per piccole cose, comportamenti oppositi, comportamenti regressivi, mal di testa o di pancia. Comportamenti che sono il modo in cui i bambini esprimono le proprie ansie, paure, preoccupazioni e chiedono di essere visti, compresi e rassicurati. Diviene fondamentale che bambini possano esprimere e condividere con i genitori le proprie emozioni scoprendo che sono normali e comprensibili per il periodo che stiamo vivendo. Spesso però, come abbiamo detto, i bambini non sanno come esprimere le emozioni sia perché non sempre sanno dare un nome a ciò che sentono e sia perché hanno paura di aumentare le preoccupazioni, le paure e le ansie dei genitori. E’ quindi importante aiutarli a riconoscere le proprie emozioni, dare un nome alle loro sensazioni e aumentare la loro consapevolezza di poter parlare con i propri genitori di tutto quello che accade scoprendo che tutte le emozioni sono condivisibili.
La domanda è come aiutare i bambini a parlare con noi?
I giochi proposti consentono a voi e ai vostri bambini di essere consapevoli di quello che state provando in questo momento difficile e di ritrovare un po’ di sicurezza, aiutandovi a gestire i momenti critici della giornata. E’ importante mantenere un atteggiamento non giudicante.
L’attività va proposta come un gioco e non vi preoccupate se capiterà di ripeterli più volte in una stessa giornata perché ci sono momenti più difficili, altri più sereni anche in questo momento, per es. il dover saltare una gara già programmata, piuttosto la festa di un parente o amico.
- Impariamo a verbalizzare ciò che sentiamo
Prendiamo delle immagini che rappresentano le emozioni di: rabbia, paura, tristezza, disgusto, sorpresa e gioia, (si possono usare anche dei pastelli colorati per indicarle).
Gioco
Ci sediamo a terra con tutta la famiglia e spieghiamo che oggi faremo un gioco per conoscere e sentire le nostre emozioni, un genitore guiderà il gioco e porrà le domande.
Come prima cosa indichiamo le faccine e nominiamo tutte l’emozioni a disposizione, la prima volta il genitore può decidere di iniziare per mostrare il gioco.
Riflettiamo un attimo su come ci sentiamo e prendiamo l’immagine corrispondente: la nominiamo, indichiamo dove la sentiamo nel nostro corpo e cosa (pensieri o episodio) suscita quest’emozioni oggi.
Poi passiamo il turno agli altri membri della famiglia che ripeteranno l’esercizio.
Dobbiamo essere pronti ad accogliere, legittimare e dialogare su tutte l’emozioni nostre e del bambino.
- Ora rilassiamoci un po’
Terminato il gioco precedente ci mettiamo in piedi e:
Diciamo al bambino: «adesso facciamo l’albero: appoggiamo bene il piede sul pavimento e immaginate che al suo posto ci sia il terreno, notate quanto nutrimento esso da all’albero. Immaginiamo di essere una quercia (si può mostrare una foto) e di assumerne la sua postura, le sue radici arrivano molto in profondità nel terreno. Quindi fai crescere le tue radici che prendono il nutrimento dal terreno.»
Quindi diciamo al bambino di prendere tre respiri profondi mentre contate «uno, due e tre» e buttando fuori l’aria contando di nuovo.
Si può anche dire: «ispira la felicità 1,2,3 butta fuori la tristezza 1,2,3;
Ispira coraggio 1,2,3 butta fuori la paura 1,2,3,»
Se nello svolgere queste attività con i vostri bambini vi rendete conto di essere sopraffatti dalle vostre emozioni o di non riuscire a gestire i loro comportamenti e accogliere le loro ansie e paure non esitate a chiedere aiuto a un psicoterapeuta. I momenti di crisi possono trasformarsi in momenti di crescita e cura di sé che ci aiuteranno a sviluppare maggiori competenze nell’affrontare le difficoltà future.
Micol Franco
Psicologa, Psicoterapeuta EMDR, Centro Clinico de Sanctis Roma
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