Mindful Compassion. Come la scienza della compassione può aiutarti a comprendere le emozioni, vivere nel presente e sentirti connesso con gli altri (recensione di Marina RUSSO)

Paul Gilbert e Choden (a cura di): Mindful Compassion.Come la scienza della compassione può aiutarti a comprendere le emozioni, vivere nel presente e sentirti connesso con gli altri. Giovanni Fioriti Editore, Roma 2019, pp. 306, Euro28.00
di Marina Russo

Mindful Compassion è un testo estremamente stimolante che integra, in modo chiaro ed esaustivo, le scoperte neuroscientifiche più recenti sui meccanismi che regolano il funzionamento del nostro cervello, con le idee e i principi sapienziali derivanti dalla tradizione  Buddhista Mahayana e Theravada.

Negli ultimi quarant’anni,  in Occidente, abbiamo assistito a un interesse crescente per le pratiche di meditazione mindfulness, che ha permesso di raccogliere evidenze scientifiche circa l’efficacia di queste pratiche nel promuovere stati di benessere psico-fisico e nel contrastare automatismi mentali disfunzionali e dannosi per la nostra salute. La meditazione mindfulness allena la capacità di prestare intenzionalmente attenzione al flusso dell’esperienza che si svolge nel presente e aumenta la capacità di osservare in modo neutrale e non giudicante ciò che accade nella nostra mente. La compassione si riferisce invece alla capacità innata di aprirsi alla propria e altrui sofferenza con una motivazione e un impegno profondi per alleviarla e prevenirla. L’idea fondante del testo di Gilbert e Choden, ripresa dal Buddhismo e sostenuta dalle recenti scoperte neuroscientifiche, è che ciò che cambia radicalmente la nostra mente sia l’interazione tra capacità di mindfulness e risorse di compassione: senza l’ancoraggio della compassione, c’è infatti il rischio che la pratica di mindfulness possa diventare un modo sottile di evitare stati interni difficili e dolorosi, cercando di mantenere la mente in una modalità “osservante” o “focalizzata sul respiro”, senza tuttavia essere disposti a entrare realmente in contattato con la sofferenza e con gli aspetti più problematici del sé. La maggior parte delle persone porta ferite emotive nella mente e nel corpo, che possono affondare le loro origini nelle dinamiche di relazione vissute nel passato. La meditazione mindfulness può iniziare a far emergere questi contenuti dolorosi, attivando resistenze e paure circa la capacità contenere e tollerare sensazioni e sentimenti spesso intensi e destabilizzanti. La mindfulness può diventare davvero difficile per queste persone, e spesso si assiste a un prematuro abbandono della pratica meditativa. Come efficacemente spiegano gli autori del testo, è fondamentale sviluppare i cosoddetti “cerchi della compassione”, tramite i quali si attivano i circuiti cerebrali del sistema calmante-affiliazione che permette di contenere e trasformare le emozioni difficili che emergono dalla consapevolezza mindful. Attraverso l’allenamento delle risorse interiori di saggezza mindful e compassione, gradualmente iniziamo a uscire dalla prigione dell’evitamento emotivo, dell’autocritica e della vergogna.

Uno degli aspetti più interessanti affrontati nel testo riguarda la comprensione dei fattori che possono ostacolare lo sviluppo di una mente compassionevole. Gli autori spiegano in modo chiaro come esistano tre tipi di paure rispetto alla compassione: paura di essere compassionevoli verso gli altri, paura di ricevere compassione dagli altri e paura di essere compassionevoli verso se stessi. L’analisi delle resistenze che si attivano nel paziente rispetto allo sviluppo di risorse compassionevoli e la comprensione dei circuiti cerebrali coinvolti, offre la possibilità di fare interventi più mirati, stimolando nelle persone un’assunzione di responsabilità rispetto a quello che possono fare per promuovere attivamente risorse di autocura ed empatia.

Il manuale è diviso in due parti: una prima parte teorica, in cui vengono fornite spiegazioni dettagliate circa la psicologia buddista, l’evoluzione del cervello nel corso dei millenni, l’impatto dei condizionamenti ambientali sul funzionamento mentale, la sfida della mindfulness e gli aspetti fondanti della compassione. La seconda parte del volume è più pratica, e offre un ventaglio molto ricco di esercizi psicologici e pratiche meditative utili per stimolare i “muscoli” della mindful compassion.

Il testo infonde in ogni capitolo speranza e fiducia al lettore, ponendo al centro del processo di trasformazione e liberazione dalla sofferenza mentale, un lavoro personale volto alla coltivazione di qualità mentali salutari e di un’attitudine etica in grado di promuovere, a livello globale, un processo di crescita dell’intera comunità umana.

Marina Russo
Marina Russo è psicologa, psicoterapeuta, istruttore Mindfulness, Centro Clinico de Sanctis, Roma

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